Economia

Default USA sempre piu’ vicino: nessun accordo sul tetto del debito

NESSUN ACCORDO BIPARTISAN PER ELEVARE IL TETTO: DEFAULT USA SEMPRE PIÙ VICINO

Il the Gateway Pundit conferma che l’accordo per elevare il tetto del debito USA è un bluff politico. Alcuni dei dettagli segnalati dell’accordo tra Biden e McCarthy fanno comprendere che il tetto del debito non sarà mai elevato. Secondo quanto riferito aI fratelli Hoft l’accordo, infatti, non ha aumentato il tetto del debito, ma ha prorogato la scadenza del tetto del debito fino al 1 gennaio 2025. Questo accorgimento sistema la formalità di Legge ma non risolve il problema di assenza del denaro per far fronte agli impegni, quindi proroga l’esplosione del default a data da destinarsi. Il The Gateway Pundit cita il deputato Matt Rosendal che ha affermato come nessuna delle richieste del partito Repubblicano sia stata accolta da Biden. L’accordo non prevede l’eliminazione completa degli 87.000 agenti dell’IRS, e nessuna eliminazione dei sussidi per l’energia verde dell’IRA, o del programma di ridistribuzione dei prestiti studenteschi. Inoltre l’accordo stabilisce che il blocco della spesa ai livelli dell’anno fiscale 2022 non è stato fissato, come invece chiedeva a gran voce il Partito Repubblicano. Nella migliore delle ipotesi sembra che tutto sia stato rimandato a dopo le elezioni del 2024, visto che l’accordo non ha cambiato assolutamente niente dei problemi finanziari e di bilancio, ma anzi avendo peggiorato la situazione, può essere inteso nel senso di far esplodere il default molto prima del 2024. In pratica l’accordo prevede l’abrogazione del cosiddetto Inflation Reduction Act, quasi a voler acuire i presupposti concettuali ad un default improvviso. Il The Gateway Pundit si chiede se l’accordo tra McCarthy e Biden troverà l’appoggio dei repubblicani conservatori? La domanda è retorica, perché a leggere tutti i loro tweet, sta montando la rabbia nel gruppo di maggioranza della House e a metà settimana l’intesa pasticciata da Biden e McCarthy potrebbe decisamente non trovare i numeri.

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Affittasi fondo commerciale Traversagna

Affittiamo fondo commerciale in Massa Cozzile 44/a localita’ Traversagna. L’ immobile di 125 mq e’ disposto su due livelli al primo piano e’ presente un bagno e un piccolo locale, al piano inferiore collegato con una scala interna e’ presente il locale caldaia e uno spogliatoio con due bagni. L’ immobile attualmente accatastato C/1 con si affaccia sul parcheggio pubblico di Massa e Cozzile a fianco del negozio di elettrodomestici Favini. Il fondo dispone di un accesso al piano seminterrato. La richiesta e’ di 750€ mensili + iva.

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Apri una societa’ in Polonia

La tassazione e' molto bassa, dopo il Brexit la Polonia e' la prima scelta sui cui puntare per fare business in Europa.

Il diritto commerciale polacco è disciplinato da una pluralità di atti normativi, tra i quali si segnalano:

il Codice Civile del 23.04.1964 e successive modifiche;
il Codice delle società commerciali del 15.09.2000 e successive modifiche;
la Legge sulla libertà dell’attività economica del 02.07.2004 e successive modifiche.
I cittadini stranieri dei Paesi UE ed EFTA (European Free Trade Agreement), rientranti nello Spazio Economico Europeo, possono condurre attività economica in Polonia sulla base delle stesse norme vigenti per i cittadini polacchi.
Si riportano qui di seguito le varie tipologie di conduzione dell’attività economica previste dalla legislazione polacca.

1. Impresa individuale (osoba fizyczna prowadząca działalność gospodarczą) e società di diritto civile (spółka cywilna)

1.1 Impresa individuale
Rappresenta la tipologia più semplice di conduzione dell’attività d’affari. Non richiede un capitale minimo, ma, al fine di renderla operativa, occorre procedere all’iscrizione al Registro dell’attività economica (Ewidencja działalności gospodarczej). Chi sceglie questa tipologia risponde illimitatamente con i propri beni personali di tutte le obbligazioni derivanti dall’attività d’impresa.

1.2 Società di diritto civile
E’ costituita da almeno due persone (fisiche o giuridiche) che, previa separata iscrizione nel Registro dell’attività economica, procedono alla stipula in forma scritta dell’atto costitutivo. La società di diritto civile è priva di personalità giuridica, non può acquisire alcun diritto né contrarre alcun debito. I soci rispondono illimitatamente con i propri beni personali delle obbligazioni sociali.
La società di diritto civile, mancando dello status tipico delle società secondo la normativa polacca, non può avere una propria ragione sociale. Resta salva la possibilità di sfruttare la ragione sociale dei suoi soci.
Ogni socio paga le tasse separatamente (IRPEF o IRPEG a seconda del suo status giuridico), partecipa agli utili e alle perdite in misura uguale, anche se lo statuto societario può stabile una diversa disciplina.
Ciascun socio ha il diritto di rappresentare la società.

2. Società commerciali (spółki handlowe)

Sono disciplinate dal Codice delle società commerciali e si distinguono essenzialmente in due categorie: società di persone e società di capitali.

2.1 Società di persone (spółki osobowe)

2.1.1 Società in nome collettivo (spółka jawna – Sp.j.)
E’ costituita da almeno due persone (fisiche, giuridiche od organizzazioni prive di personalità giuridica ma dotate di capacità legale) che procedono alla stipula in forma scritta dell’atto costitutivo, dopo di che deve essere iscritta nel Registro delle Imprese.
E’ obbligatoria l’indicazione nella ragione sociale del nome di almeno uno dei soci ed il riferimento alla forma societaria.
La società in nome collettivo è priva di personalità giuridica, ma può agire in nome proprio, essere titolare di diritti reali e personali, e ha legittimazione giurisdizionale attiva e passiva. In applicazione del principio di sussidiarietà nella responsabilità, i creditori sociali non possono escutere il patrimonio dei singoli soci se non dopo aver escusso il patrimonio sociale.
I soci rispondono solidalmente e illimitatamente per i debiti della società contratti prima dell’iscrizione.
A norma di legge, i soci partecipano in ugual modo agli utili e alle perdite, indipendentemente dal loro conferimento. Lo statuto societario può tuttavia prevedere un diverso criterio di ripartizione.
Ogni socio è tassato separatamente (IRPEF o IRPEG a seconda del suo status giuridico).
La società può essere rappresentata da ciascun socio o da un procuratore.

2.1.2 Società in accomandita semplice (spółka komandytowa – Sp.k.)
E’ costituita da almeno due persone (fisiche, giuridiche od organizzazioni prive di personalità giuridica ma dotate di capacità legale) che procedono alla stipula dell’atto costitutivo sotto forma di atto notarile, dopo di che deve essere iscritta nel Registro delle Imprese.
La società in accomandita semplice è priva di personalità giuridica, ma può agire in nome proprio, essere titolare di diritti reali e personali, e possiede legittimazione giurisdizionale attiva e passiva.
Tale tipologia di società prevede che vi sia almeno un socio che risponda solidalmente ed illimitatamente per i debiti della società (accomandatario) ed uno che risponda di quelli contratti dalla società limitatamente alla quota conferita (accomandante).
La società in accomandita semplice deve contenere nella ragione sociale il nome o la ragione sociale di un socio accomandatario.
Ogni socio paga le tasse separatamente (IRPEF o IRPEG a seconda del suo status giuridico).
I soci accomandatari possono agire in nome e per conto della società, mentre quelli accomandanti possono rappresentarla solo entro i limiti della procura loro conferita. La società può essere rappresentata anche da un procuratore.

2.1.3 Società in accomandita per azioni (spółka komandytowo-akcyjna – Sp.k.a.)
La principale differenza rispetto alla società in accomandita semplice è che questo tipo di società in accomandita può emettere azioni. Inoltre è richiesto un capitale iniziale di almeno 50.000 zloty.

2.1.3 Società di partner (spółka partnerska – Sp.p.)
A questo tipo di società fanno ricorso coloro che intendono svolgere in Polonia (anche) la libera professione (architetti, avvocati, dentisti, notai, ecc.).
E’ costituita da almeno due persone abilitate all’esercizio della libera professione prescelta, che procedono alla stipula dell’atto costitutivo sotto forma di atto notarile, dopo di che la società deve essere iscritta nel Registro delle Imprese.
La società è priva di personalità giuridica, ma può agire in nome proprio, essere titolare di diritti reali e personali, e ha legittimazione giurisdizionale attiva e passiva. Ogni socio risponde illimitatamente dei debiti comuni della società e delle obbligazioni assunte in proprio o dai suoi collaboratori. Non risponde, al contrario, dei debiti contratti nell’esercizio dell’attività professionale svolta da altri soci.
La ragione sociale deve portare il nome di almeno uno dei partner e deve dare un’indicazione del tipo di professione esercitata.
Ciascun socio paga l’IRPEF separatamente.
La società può essere rappresentata da ciascun socio o da un procuratore.

2.2 Società di capitali (spółki kapitałowe)

2.2.1 Società per azioni (spółka akcyjna – Sp.a.)
E’ costituita da uno o più soci fondatori (esclusa l’ipotesi di costituzione da parte di s.r.l. con socio unico), che procedono alla stipula dell’atto costitutivo sotto forma di atto notarile, dopo di che deve essere iscritta nel Registro giudiziario nazionale. Per diventare operativa, deve essere poi dotata del numero identificativo presso l’Ufficio Centrale di Statistica (Główny Urząd Statystyczny – GUS), aprire un conto bancario e fare richiesta del codice fiscale (numer identyfikacji podatkowej – NIP) all’Ufficio delle Tasse (Urząd Skarbowy – US). E’ richiesto un capitale minimo di 100.000 zloty.
La denominazione sociale di una s.p.a. può essere scelta liberamente e dovrà essere seguita dall’indicazione “spółka akcyjna”.
La società per azioni è dotata di personalità giuridica e risponde con il suo patrimonio per le obbligazioni sociali. I soci, invece, rispondono limitatamente alla quota sottoscritta. Le quote di partecipazione dei soci sono costituite da azioni.
La tassazione avviene mediante il pagamento dell’IRPEG.
Ogni s.p.a. deve obbligatoriamente avere tre organi: l’Assemblea degli Azionisti (che ne costituisce la massima autorità), il Consiglio d’Amministrazione (che ne gestisce gli affari e la rappresenta) ed il Collegio Sindacale (che ne sorveglia l’attività). La società può essere rappresentata anche da un procuratore.

2.2.2 Società a responsabilità limitata (spółka z ograniczoną odpowiedzialnością – Sp.z o.o.)
E’ costituita da uno o più soci fondatori (esclusa l’ipotesi di costituzione da parte di s.r.l. con socio unico), che procedono alla stipula dell’atto costitutivo sotto forma di atto notarile, dopo di che deve essere iscritta nel Registro giudiziario nazionale. Per diventare operativa, deve essere poi dotata del numero identificativo presso l’Ufficio Centrale di Statistica (Główny Urząd Statystyczny – GUS), aprire un conto bancario e fare richiesta del codice fiscale (numer identyfikacji podatkowej – NIP) all’Ufficio delle Tasse (Urząd Skarbowy – US). E’ richiesto un capitale minimo di 5.000 zloty.
La società a responsabilità limitata è dotata di personalità giuridica e risponde con il suo patrimonio per le obbligazioni sociali. I soci, invece, rispondono limitatamente alla quota conferita. Le loro quote di partecipazione non possono essere rappresentate da azioni.
Non si applicano particolari disposizioni riguardo alla ragione sociale. Sono ammessi nomi astratti o commerciali stranieri. Pertanto una s.r.l. italiana potrà conservare la propria denominazione sociale.
La tassazione avviene mediante il pagamento dell’IRPEG.
Ogni s.r.l. deve obbligatoriamente avere due organi: l’Assemblea dei Soci (che ne costituisce la massima autorità) ed il Consiglio d’Amministrazione (che ne gestisce gli affari e la rappresenta); il Collegio Sindacale è obbligatorio se il capitale supera i 500.000 zloty e il numero dei soci è superiore a 25. La società può essere rappresentata anche da un procuratore.

3 Gruppo europeo d’interesse economico (europejskie zgrupowanie interesów gospodarczych – E.Z.I.G.) e società europea (spółka europejska)

A seguito dell’ingresso della Polonia nell’Unione Europea (maggio 2004), il legislatore polacco ha adempiuto agli obblighi comunitari approvando la Legge del 4 marzo 2005, entrata in vigore il 19 maggio dello stesso anno, sul gruppo europeo d’interesse economico e la società europea.

3.1 Gruppo europeo d’interesse economico
Il gruppo europeo d’interesse economico è costituito da entità appartenenti a diversi Stati membri, non richiede un capitale iniziale e ha l’obiettivo non già di ottenere un profitto, ma di fornire un ausilio ai soggetti che lo compongono. La normativa polacca stabilisce che ai gruppi europei d’interesse economico aventi sede in Polonia trovano applicazione le disposizioni concernenti le società in nome collettivo.

3.2 Società europea
La società europea è una tipologia di società che può essere costituita sul territorio dell’Unione Europea e funziona sulla base di un regime di costituzione e di gestione unico, anziché essere sottoposta a normative nazionali differenti.
In Polonia, nella misura in cui tale tipologia di società non è regolamentata dalla legislazione comunitaria, essa è soggetta alla normativa nazionale sulle s.p.a.
Una società per azioni europea può essere costituita attraverso fusione, trasformazione o fondazione di una holding o di un’affiliata. Essa richiede un capitale iniziale di 120.000 euro.
Due sono le forme di gestione societaria fra le quali può scegliere una società europea: la prima è rappresentata dal modello dualistico (che, come nel caso delle s.p.a., si basa sulla suddivisione delle competenze fra assemblea dei soci, organo di direzione ed organo di controllo), la seconda dal modello monistico (assemblea dei soci ed organo di direzione).

4 Filiali e uffici di rappresentanza (oddziały/filie, przedstawicielstwa)

4.1 Filiali
Gli imprenditori stranieri possono istituire filiali sul territorio polacco al fine di svolgervi attività economiche. Queste ultime devono però rientrare nell’ambito di quelle svolte dall’imprenditore in patria.
La filiale deve essere iscritta nel Registro delle Imprese (che costituisce parte del Registro giudiziario nazionale) ed avere come denominazione quella dell’imprenditore estero nella lingua del Paese dove esso ha la sede legale, con l’aggiunta della traduzione in polacco della relativa tipologia d’impresa e delle parole “filiale in Polonia” (“oddział w Polsce”). Altri requisiti richiesti sono:

la tenuta di libri contabili separati in polacco;
la notifica entro 14 giorni al Ministero dell’Economia di ogni modifica di carattere legale e/o sostanziale.
4.2 Uffici di rappresentanza
In Polonia le imprese straniere possono costituire anche uffici di rappresentanza, i quali devono essere iscritti nell’apposito Registro tenuto dal Ministero dell’Economia. L’attività di detti uffici è volta alla promozione dell’impresa straniera che li ha costituiti.
Ciascun ufficio di rappresentanza dovrà adottare la denominazione dell’imprenditore estero nella lingua del Paese dove esso ha la sede legale, con l’aggiunta della traduzione in polacco della relativa tipologia d’impresa e delle parole “rappresentanza in Polonia” (“przedstawicielstwo w Polsce”).
Altri requisiti richiesti sono:

la tenuta di libri contabili separati in polacco;
la notifica entro 14 giorni al Ministero dell’Economia di ogni modifica di carattere legale e/o sostanziale.

Politica

In Emilia arrivano i vaccini: nessuna traccia dell’ esercito

Il Dr. Montanari chiude in anticipo la mini-serie sul siero anti-Tetano: «il Tetano è una malattia rara e curabilissima. Per potersi infettare bisogna mettere una parte del corpo, lievemente ferita, nelle feci di alcuni animali (bovini, equini, caprini)»

Solito copione visto con la fiction del mai isolato SARS-CoV-2: firma del consenso informato e potente spinta coordinata da parte di Media e virostar, per inoculare un altro siero, questa volta è il turno del Tetano.

La firma del Consenso Informato rappresenta lo scarico della responsabilità in caso di effetti avversi da parte dello Stato, che passa quindi interamente al cittadino.
Già questo indica un fatto inoppugnabile: questi farmaci quantomeno non sono sicuri.

Sulla presenza di “materiale esogeno” (grafene), per usare le parole di quelli che parlano bene, non possiamo metterci la mano sul fuoco, ma sono in molti a scommetterci tutto.
D’altronde, l’ordine è quello di inoculare più grafene possibile alla popolazione.

Il Dr. Montanari smonta la solita narrazione arlecchinesca e fa già terminare la mini-serie del vaccino Anti-tetano.

Restiamo in attesa del prossimo intruglio magico.
Stupiteci.

Integrale: Canale Italia

(https://www.youtube.com/watch?v=eUi99lbwvqw)”Potevamo stupirvi con effetti speciali e colori ultra-vivaci, ma noi siamo scienza, non fantascienza” – Spot commerciale anni ’80

Economia

Germania in recessione:Europa ha i giorni contati

Adesso è ufficiale: la Germania è in recessione. Secondo Destatis, l’agenzia statistica federale tedesca, nei primi tre mesi di quest’anno il PIL tedesco è diminuito dello 0,3%, contrazione che va a sommarsi al –0,5% fatto registrare nell’ultimo trimestre del 2022.
Particolarmente colpiti i consumi domestici (-1,2%), con l’inflazione che ha eroso il potere d’acquisto delle persone. Ma calano anche le vendite di autovetture, che in questi anni hanno spesso trainato la crescita tedesca. E a contrarsi (di quasi il 5%) è stata persino la spesa pubblica.
Così, a ormai tre anni dallo sbarco del nuovo coronavirus in Europa, Berlino si ritrova con livelli di prodotto interno lordo ancora inferiori a quelli pre-pandemici.

Effetto contagio?

Nemmeno l’immediato futuro sembra roseo per Berlino: ad aprile il Fondo monetario internazionale stimava sul 2023 una riduzione del PIL tedesco dello 0,1%. Sarebbe la peggior performance tra le economie avanzate, dopo che proprio l’Fmi martedì ha rivisto al rialzo le aspettative di crescita britanniche da un -0,3% a un +0,4%.
Come se non bastasse, ieri l’indice di fiducia delle imprese tedesche è diminuito per la prima volta da ottobre, quando il Paese sembrava sull’orlo del precipizio della crisi energetica. Crisi che non è stata grave quanto temuto (“grazie” alla frenata della produzione industriale, ma anche e soprattutto al clima mite), ma che evidentemente continua a mettere in difficoltà i Paesi europei. In particolare quelli, come Italia e Germania, il cui sistema energetico dipende ancora molto dal gas (rispettivamente 43% e 26% del mix energetico, contro il 17% francese).

Magro bilancio

Così oggi il governo federale non può contare sulla ripresa economica per chiudere un buco di bilancio che sul 2024 stima intorno ai 22 miliardi di euro. E la prospettiva di dover ridurre la spesa pubblica non fa che accentuare le divisioni della coalizione di governo, con verdi e liberal-democratici arroccati su posizioni sempre più distanti, e che per restare aggrappati alla “coalizione semaforo” vorrebbero più soldi per i loro ministeri, non meno.
Tagli su tutta la linea, dunque? Quasi. A fare eccezione sarebbe la Difesa, dal momento che Berlino vorrebbe rispettare gli impegni presi con la Zeitenwende, la “Svolta epocale” annunciata da Scholz dopo l’invasione russa dell’Ucraina, di portare il bilancio della difesa al 2% del PIL. E di chi è il ministero della Difesa? Dei socialdemocratici.
Tempi di austerity, dunque, per uno dei Paesi più “austeri” dell’Unione europea. Ma non c’è Schadenfreude che tenga: tirare la cinghia in Germania non farà bene a nessuno.

Economia

Il debito pubblico USA spaventa i mercati

La quota estera di Treasuries (buoni del Tesoro USA) ha appena raggiunto il livello più basso degli ultimi 19 anni.
Questa preoccupazione è ulteriormente amplificata dalla minore disponibilità di acquirenti di titoli del Tesoro. Gli operatori di mercato stanno iniziando a riconoscere che il vero rischio questa volta non risiede tanto nel mancato raggiungimento di un accordo sul tetto del debito, ma piuttosto nella natura crescente e preoccupante del problema del debito.
Negli ultimi tre anni la responsabilità di assorbire questo debito è ricaduta sulla Fed e sulle banche statunitensi, ma ora entrambe le entità si sono ritirate da quel ruolo.
L’attuale mancanza di domanda è davvero un problema crescente che alla fine potrebbe richiedere l’intervento della Fed come acquirente di ultima istanza.

Finanza

TOKIO ABBANDONA I TREASURY

Mentre l’inflazione americana aveva origini fiscali, essendo determinata da un eccesso di spesa pubblica finanziata in disavanzo ed in un contesto di bassa disoccupazione, la Fed ha adottato misure di violenta restrizione monetaria, aumentando i tassi e riducendo la liquidità: così facendo, ha destabilizzato in molti Paesi la allocazione dei capitali, il sistema dei cambi e quello dei tassi di interesse. Ed è stato il Giappone a risentire più di ogni altro Paese di questo orientamento della Fed: c’è stato un vero e proprio crollo delle sue detenzioni di Treasury, che sono passate in un anno da 1.229 a 1.088 miliardi di dollari. La riduzione di 141 miliardi è stata praticamente identica a quella della Cina, che è stata di 144 miliardi. Nel caso del Giappone, la tendenza dello yen a svalutarsi rispetto al dollaro ha infatti aumentato notevolmente il costo della copertura contro questo rischio, arrivando ad eguagliare il tasso di rendimento dei Treasury: non valeva più la pena tenere fermi lì i capitali. Si è rotto un equilibrio di interessi reciprocamente vantaggiosi tra Giappone e Stati Uniti che durava da decenni, con i giapponesi che sono stati sempre grandi acquirenti di titoli americani ritornando ad essere i primi creditori dopo che la Cina ha smesso di investire in Treasury.

Politica

La scomparsa dei popoli

I popoli non hanno più voce, non si riporta ciò che pensano; nella società dell’immagine sono stati sostituiti dall’Isola dei Famosi e dai programmi affini. Non sono più un soggetto politico, sono plebe che è scomparsa dall’interesse pubblico. Una democrazia senza popolo, dunque,  al suo posto vip e personaggi famosi. Sono i nuovi cattivi maestri a cui i popoli ipnotizzati devono guardare, devono ripetere le gesta erotiche ed imitare linguaggi e vestiario.

LA SCOMPARSA DEI POPOLI (http://www.linterferenza.info/attpol/la-scomparsa-dei-popoli)

Cosa pensano il popolo ucraino e russo di questa orrida guerra, non lo sappiamo, anche il popolo italiano, come tutti i popoli europei, è costretto al silenzio. L’opinione dei popoli conta, solo se in accordo con i desideri e i disegni dell’oligarchia trasversale e globale. La nostra è una democrazia in cui manca l’essenziale: il popolo. 

I leader parlano per i popoli, usano la parola “popolo” per autolegittimarsi. La violenza è, dunque, stratificata e strutturale, si allarga e avvolge i popoli per ridurli al silenzio. Hanno il compito di applaudire e votare senza conoscere. Sono solo pubblico per lo spettacolo sempre eguale che si ripete senza mai interrompersi. Devono abituarsi alla passività.

L’obiettivo finale della perversa democrazia delle oligarchie è porre in atto la paideia della passività. I popoli addomesticati al silenzio e al nuovo oppio devono accettare il rischio atomico e la guerra come fossero fenomeni naturali a cui ci si deve adeguare.

Se la guerra in Ucraina passa, e al di là del risultato, i Signori e le Signore del mondo restano nel loro inalterato potere, avranno la certezza che l’esperimento è riuscito. I popoli sono scomparsi, non hanno identità, non hanno pensieri, sono solo carne da cannone da usare all’occorrenza, sono il piedistallo su cui i Signori e le Signore del mondo affondano il loro dominio.

Economia

Le armi a Kiev costano soldi e vite: chi lo nega mente

“Le armi costano, mandare le armi a qualcuno costa”. Per il generale Marco Bertolini – in pensione dal 2016, già comandante del Comando operativo interforze e della Brigata Folgore, capo di stato maggiore Isaf in Afghanistan, operativo in Libano, Somalia, Bosnia e Kosovo – sostenere che gli invii a Kiev non siano una spesa per lo Stato, come si prodiga a fare la premier Giorgia Meloni, “è una sciocchezza e lo dice uno che è convinto non si spenda abbastanza per le proprie forze armate, ultimo elemento di sovranità nazionale rimasta”.

◽️ Le guerre in Europa da secoli sono mosse per rivendicazioni territoriali, è chiaro che le parti debbano rinunciare a qualcosa sulla base di una trattativa diplomatica. Che debbano sedersi attorno a un tavolo e discutere. Altrimenti non se ne esce, ma la mia impressione è che non se ne voglia uscire.

◽️ Quel che mi pare chiaro è che in ottica geopolitica globale mantenere l’Europa divisa dalle fonti energetiche russe alla lunga gioverà molto a qualcun altro. Quella ucraina è solo la tessera di un conflitto molto più ampio che coinvolge altri territori, come l’Armenia, l’Arzebaigian, il Kazakistan, la Libia, la Siria… e poi c’è la Cina che ha fatto fare la pace a Iran e Arabia Saudita, questione sottovalutata.

◽️Per la Russia, la Crimea e il Mar Nero sono irrinunciabili, per gli Stati Uniti è irrinunciabile un mondo unipolare guidato da Washington. Districare questa matassa inviando armi a chicchessia non è utile alla causa della pace, mi pare chiarissimo. Purtroppo la bomba atomica non si può disinventare.

Fonte: Il Fatto Quotidiano (https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2023/05/18/il-generale-bertolini-le-armi-a-kiev-costano-soldi-e-vite-chi-lo-nega-dice-bugie/7164961/)

Immobiliare

Norge Nus una casa per tutti

Con più di dieci anni di esperienza nella costruzione di case in legno prefabbricate, Norges Hus ha tutte le conoscenze necessarie per consegnare prodotti di qualità e soddisfare i clienti.La struttura di legno delle nostre case è stata sviluppata tenendo in considerazione le esigenze climatiche e le buone regole di costruzione. Usiamo solo legno massello di alta qualità.Creiamo case sane, efficienti ed ecologiche attraverso la giusta combinazione di buoni materiali e alte competenze.L’interesse per le case prefabbricate (in legno, acciaio e cemento) è in continuo aumento, tanto che ormai se ne conoscono pregi e caratteristiche. Ma cosa serve per costruire una casa prefabbricata in Italia? Scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere su permessi e responsabilità.

Anche le case prefabbricate, infatti, al pari delle abitazioni costruite in maniera tradizionale, sono soggette alla normativa edilizia e non possono essere costruite senza concessione o su un terreno non edificabile. Sono diversi, quindi, gli aspetti da tenere a mente per capire dove si può collocare una casa prefabbricata ma, soprattutto, per farsi un’idea di quanto i prezzi possano aumentare con i costi accessori.

Per costruire una casa prefabbricata, infatti, è necessario compiere tutti i passi burocratici che riguardano anche l’edilizia “tradizionale”. L’errore da non commettere, è pensare che una volta prodotti i moduli in fabbrica, la struttura si possa posizionare ovunque. Ecco alcuni degli aspetti fondamentali da considerare.

Come detto, per realizzare una casa prefabbricata bisogna seguire lo stesso iter burocratico delle case tradizionali, trattandosi a tutti gli effetti di edilizia. Il primo passo da compiere, quindi, è l’indagine geologica che, che deve essere condotta da un tecnico abilitato, come un geometra, un architetto o un ingegnere.

Questa figura professionale deve infatti ricoprire il ruolo di direttore dei lavori, diventandone il soggetto responsabile. Al tecnico abilitato vanno successivamente affiancate altre figure professionali. Nello specifico devono occuparsi di indagine geologica del terreno edificabile, della sicurezza del cantiere e del progetto dei sistemi di riscaldamento, dell’impianto idraulico e dell’impianto elettrico.

Il progettista, invece, è il professionista incaricato di fornire la documentazione tecnica necessaria da presentare entro i tempi stabiliti. Il progetto della casa prefabbricata deve essere esaminato da una Commissione Edilizia o da un’istruttoria interna. Questo perché il terreno o il territorio di costruzione potrebbero essere soggetti a vincoli storico-paesaggistici o ambientali.

Alla fine dell’indagine geologica del terreno si potranno ottenere dati molto utili sulla morfologia e sulla tipologia del terreno, e sull’eventuale presenza di faglie e di corsi d’acqua. Dopo aver analizzato questi dati, risulterà più facile individuare la soluzione costruttiva adatta, calcolando al dettaglio il progetto della casa.

In questi casi si può fare ricorso al parere preventivo della Soprintendenza ai Beni Ambientali. A seconda dei regolamenti comunali, potrebbe essere sufficiente la presentazione della DIA (dichiarazione di inizio attività). Le case prefabbricate, che garantiscono una maggiore efficienza energetica, hanno più probabilità di ottenere i permessi e le autorizzazioni necessarie per costruire.

Al termine della relazione geologica sui parametri fisico-chimici del terreno dove si intende costruire, il passo successivo è depositare il progetto al genio civile nel Comune di pertinenza. Le norme della zona e le direttive di sicurezza sui cantieri vanno rispettate in base al Testo Unico 81/08. É necessario ottenere la concessione edilizia (DIA o permesso di costruire), comunicando all’Amministrazione l’Inizio e la Fine dei lavori di costruzione.

Spetta all’amministrazione comunale, poi, concedere o meno il permesso e l’autorizzazione di costruzione. Il processo, e di conseguenza le tempistiche per il rilascio, non ha dei tempi certi e quindi varia da Comune a Comune ed è proprio questo l’aspetto che rischia di incidere di più sui tempi di consegna di una casa prefabbricata che, generalmente, dal momento in cui si hanno tutti i permessi impiega 6 mesi per essere consegnata.

Va specificato che, proprio come accade con le case tradizionali in muratura, è vietato costruire case prefabbricate su un terreno agricolo. Mentre per quanto riguarda le zone sismiche, in cui spesso si sceglie l’opzione prefabbricata perché particolarmente indicata per caratteristiche, è necessario presentare una relazione di verifica sismica dell’intero edificio oltre a valutare e studiare i regolamenti comunali.

Il progetto dell’abitazione e la concessione edilizia sono imprescindibili per richiedere l’allaccio alla rete elettrica. Mentre per posare una casa prefabbricata in zone demaniali, oltre al progetto dell’abitazione e concessione edilizia bisogna ottenere anche un’autorizzazione da richiedere alla capitaneria di porto della zona di pertinenza.