- Maggio 24, 2023
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Norge Nus una casa per tutti
Con più di dieci anni di esperienza nella costruzione di case in legno prefabbricate, Norges Hus ha tutte le conoscenze necessarie per consegnare prodotti di qualità e soddisfare i clienti.La struttura di legno delle nostre case è stata sviluppata tenendo in considerazione le esigenze climatiche e le buone regole di costruzione. Usiamo solo legno massello di alta qualità.Creiamo case sane, efficienti ed ecologiche attraverso la giusta combinazione di buoni materiali e alte competenze.L’interesse per le case prefabbricate (in legno, acciaio e cemento) è in continuo aumento, tanto che ormai se ne conoscono pregi e caratteristiche. Ma cosa serve per costruire una casa prefabbricata in Italia? Scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere su permessi e responsabilità.
Anche le case prefabbricate, infatti, al pari delle abitazioni costruite in maniera tradizionale, sono soggette alla normativa edilizia e non possono essere costruite senza concessione o su un terreno non edificabile. Sono diversi, quindi, gli aspetti da tenere a mente per capire dove si può collocare una casa prefabbricata ma, soprattutto, per farsi un’idea di quanto i prezzi possano aumentare con i costi accessori.
Per costruire una casa prefabbricata, infatti, è necessario compiere tutti i passi burocratici che riguardano anche l’edilizia “tradizionale”. L’errore da non commettere, è pensare che una volta prodotti i moduli in fabbrica, la struttura si possa posizionare ovunque. Ecco alcuni degli aspetti fondamentali da considerare.
Come detto, per realizzare una casa prefabbricata bisogna seguire lo stesso iter burocratico delle case tradizionali, trattandosi a tutti gli effetti di edilizia. Il primo passo da compiere, quindi, è l’indagine geologica che, che deve essere condotta da un tecnico abilitato, come un geometra, un architetto o un ingegnere.
Questa figura professionale deve infatti ricoprire il ruolo di direttore dei lavori, diventandone il soggetto responsabile. Al tecnico abilitato vanno successivamente affiancate altre figure professionali. Nello specifico devono occuparsi di indagine geologica del terreno edificabile, della sicurezza del cantiere e del progetto dei sistemi di riscaldamento, dell’impianto idraulico e dell’impianto elettrico.
Il progettista, invece, è il professionista incaricato di fornire la documentazione tecnica necessaria da presentare entro i tempi stabiliti. Il progetto della casa prefabbricata deve essere esaminato da una Commissione Edilizia o da un’istruttoria interna. Questo perché il terreno o il territorio di costruzione potrebbero essere soggetti a vincoli storico-paesaggistici o ambientali.
Alla fine dell’indagine geologica del terreno si potranno ottenere dati molto utili sulla morfologia e sulla tipologia del terreno, e sull’eventuale presenza di faglie e di corsi d’acqua. Dopo aver analizzato questi dati, risulterà più facile individuare la soluzione costruttiva adatta, calcolando al dettaglio il progetto della casa.
In questi casi si può fare ricorso al parere preventivo della Soprintendenza ai Beni Ambientali. A seconda dei regolamenti comunali, potrebbe essere sufficiente la presentazione della DIA (dichiarazione di inizio attività). Le case prefabbricate, che garantiscono una maggiore efficienza energetica, hanno più probabilità di ottenere i permessi e le autorizzazioni necessarie per costruire.
Al termine della relazione geologica sui parametri fisico-chimici del terreno dove si intende costruire, il passo successivo è depositare il progetto al genio civile nel Comune di pertinenza. Le norme della zona e le direttive di sicurezza sui cantieri vanno rispettate in base al Testo Unico 81/08. É necessario ottenere la concessione edilizia (DIA o permesso di costruire), comunicando all’Amministrazione l’Inizio e la Fine dei lavori di costruzione.
Spetta all’amministrazione comunale, poi, concedere o meno il permesso e l’autorizzazione di costruzione. Il processo, e di conseguenza le tempistiche per il rilascio, non ha dei tempi certi e quindi varia da Comune a Comune ed è proprio questo l’aspetto che rischia di incidere di più sui tempi di consegna di una casa prefabbricata che, generalmente, dal momento in cui si hanno tutti i permessi impiega 6 mesi per essere consegnata.
Va specificato che, proprio come accade con le case tradizionali in muratura, è vietato costruire case prefabbricate su un terreno agricolo. Mentre per quanto riguarda le zone sismiche, in cui spesso si sceglie l’opzione prefabbricata perché particolarmente indicata per caratteristiche, è necessario presentare una relazione di verifica sismica dell’intero edificio oltre a valutare e studiare i regolamenti comunali.
Il progetto dell’abitazione e la concessione edilizia sono imprescindibili per richiedere l’allaccio alla rete elettrica. Mentre per posare una casa prefabbricata in zone demaniali, oltre al progetto dell’abitazione e concessione edilizia bisogna ottenere anche un’autorizzazione da richiedere alla capitaneria di porto della zona di pertinenza.
- Maggio 24, 2023
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- Brics ridisegnano un nuovo mondo | euro spazzatura | Europa non esiste piu' | I Brics segnano la fine del nuovo ordine mondiale | I brics sono il futuro | Ordine mondiale e' fallito
I Brics sono il futuro
“Addio G7, benvenuto G20.” Questo era il titolo di un articolo dell’Economist sul primo vertice del Gruppo dei 20 a Washington nel 2008 che sosteneva che ciò rappresentava “un cambiamento decisivo nel vecchio ordine”.
Oggi, le speranze di un ordine economico globale cooperativo, che hanno raggiunto il loro apice al vertice londinese del G20 nell’aprile 2009, sono svanite. Ma non è nemmeno il caso di dire “Addio G20, benvenuto G7”.
Il vecchio mondo dominato dal G7 è ancora più remoto di quello di una cooperazione del G20. Né la cooperazione globale né il dominio occidentale sembrano fattibili. Dunque, che cosa possiamo aspettarci adesso? Purtroppo, “divisione” potrebbe essere una risposta, “anarchia” un’altra.[…]
Sia il momento “unipolare” degli Stati Uniti che il predominio economico del G7 fanno parte del passato. È vero, quest’ultimo è ancora il blocco economico più potente e coeso del mondo. Continua, ad esempio, a produrre tutte le principali valute di riserva del mondo. Eppure, tra il 2000 e il 2023, la sua quota nella produzione mondiale (al potere d’acquisto) sarà scesa dal 44% al 30%, mentre quella di tutti i paesi ad alto reddito sarà scesa dal 57% al 41%.
Nel frattempo, la quota della Cina sarà aumentata dal 7% al 19%. […] Per alcuni paesi emergenti e in via di sviluppo, la Cina è un partner economico più importante del G7: il Brasile ne è un esempio. Il presidente Luiz Inácio Lula da Silva può aver partecipato al G7, ma non può ragionevolmente ignorare il peso della Cina.
Fonte: Wall Street Journal (https://www.ft.com/content/c8cf024d-87b7-4e18-8fa2-1b8a3f3fbba1)
- Maggio 24, 2023
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Il nuovo scalo Farini firmato Coima
A quasi sette anni dalla sottoscrizione dell’Accordo di programma per la riqualificazione dei sette ex scali ferroviari milanesi tra Fs Sistemi Urbani, Comune e Regione, parte il lancio della procedura di vendita dell’ex scalo Farini e, in parallelo, dell’ex scalo San Cristoforo, aree che ammontano complessivamente a 360 mila metri quadrati di superficie lorda. L’operazione è stata presentata ieri mattina in uno degli antichi magazzini dello scalo Farini, la cui costruzione risale al 1921 e in cui sarà collocata la nuova sede dell’Accademia di Brera e il limitrofo studentato.Ma ieri il focus era sul terreno esterno alla nuova Brera, un’area dove sorgeranno case in edilizia libera e sociale e un parco lineare di oltre 30 ettari: il 65% dello scalo Farini è destinato al verde pubblico. Nel 2018 il concorso per il masterplan dell’area è stato vinto dal progetto “Agenti Climatici’’ del team Oma e Laboratorio Permanente. Adesso si passa alla fase successiva dell’operazione. L’amministratore delegato di Fs Sistemi Urbani Umberto Lebruto spiega che “la vendita degli scali Farini e San Cristoforo si articolerà in tre fasi. La chiusura della cessione e la scelta dell’operatore immobiliare avverranno entro fine anno. La fine dei lavori? Entro dieci anni”.
Tempi lunghi , perché l’operazione è complessa. Oltre alla bonifica dei terreni, infatti, è necessario lo spostamento della linea ferroviaria Milano-Varese. Lebruto afferma che “l’obiettivo è realizzare un quartiere innovativo, che guardi all’inclusione e alla sostenibilità ambientale”.
Scalo Farini è l’ultimo tassello in centro città su cui i privati potranno investire per un’operazione di sviluppo immobiliare (San Cristoforo rimarrà a verde): “La stima dell’incasso dalla vendita dell’area? Per ora non c’è, i valori di mercato cambiano sensibilmente – prende tempo l’ad di Fs Sistemi Urbani –. L’ex scalo di Porta Romana è stato venduto l’anno scorso per più di mille euro a metro quadrato di slp (superficie lorda a pavimento).
I soldi che entreranno nelle casse di Fs con la vendita dello scalo Farini saranno un tesoretto da investire su altre infrastrutture ferroviarie a Milano: di sicuro 50 milioni di euro per la realizzazione della circle line”, la linea ferroviaria urbana che corre intorno alla città ma a cui manca il collegamento a ovest per chiudere il cerchio. Fs Sistemi Urbani, intanto, sta per concludere la vendita dell’area nello scalo Farini destinata a ospitare l’ampliamento dell’Accademia di Brera (20 mila mq di slp), che sarà affiancata da uno studentato (10 mila mq slp).
Il Comune è soddisfatto per la vendita dei due ex scali, la più lenta tra le sette aree, anche a causa di un ricorso al Tar. “L’iter per la riqualificazione dello scalo Farini ha avuto una partenza un po’ ritardata rispetto agli altri scali, ci sono problemi logistici piuttosto complessi da risolvere da parte di Fs, in primis lo spostamento di una linea ferroviaria”, dice l’assessore alla Riqualificazione Urbana Giancarlo Tancredi”, che sottolinea: “Nello scalo Farini è prevista una quota del 22% di housing sociale. Noi abbiamo chiesto a Fs Sistemi Urbani di incrementare questa quota di alloggi sociali. Ci siederemo a un tavolo a discuterne”. Lebruto assicura che Fs Sistemi Urbani è disponibile a incrementare la quota. Tancredi, infine, fa i conti: “Nei sette scali sono previsti 3 mila alloggi di housing sociale in cui andranno ad abitare 10 mila milanesi”.
Scopri di piu’ sul progetto: https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/scalo-farini-san-cristoforo-progetto-jvolw3z1
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