Economia

Il debito pubblico USA spaventa i mercati

La quota estera di Treasuries (buoni del Tesoro USA) ha appena raggiunto il livello più basso degli ultimi 19 anni.
Questa preoccupazione è ulteriormente amplificata dalla minore disponibilità di acquirenti di titoli del Tesoro. Gli operatori di mercato stanno iniziando a riconoscere che il vero rischio questa volta non risiede tanto nel mancato raggiungimento di un accordo sul tetto del debito, ma piuttosto nella natura crescente e preoccupante del problema del debito.
Negli ultimi tre anni la responsabilità di assorbire questo debito è ricaduta sulla Fed e sulle banche statunitensi, ma ora entrambe le entità si sono ritirate da quel ruolo.
L’attuale mancanza di domanda è davvero un problema crescente che alla fine potrebbe richiedere l’intervento della Fed come acquirente di ultima istanza.

Finanza

TOKIO ABBANDONA I TREASURY

Mentre l’inflazione americana aveva origini fiscali, essendo determinata da un eccesso di spesa pubblica finanziata in disavanzo ed in un contesto di bassa disoccupazione, la Fed ha adottato misure di violenta restrizione monetaria, aumentando i tassi e riducendo la liquidità: così facendo, ha destabilizzato in molti Paesi la allocazione dei capitali, il sistema dei cambi e quello dei tassi di interesse. Ed è stato il Giappone a risentire più di ogni altro Paese di questo orientamento della Fed: c’è stato un vero e proprio crollo delle sue detenzioni di Treasury, che sono passate in un anno da 1.229 a 1.088 miliardi di dollari. La riduzione di 141 miliardi è stata praticamente identica a quella della Cina, che è stata di 144 miliardi. Nel caso del Giappone, la tendenza dello yen a svalutarsi rispetto al dollaro ha infatti aumentato notevolmente il costo della copertura contro questo rischio, arrivando ad eguagliare il tasso di rendimento dei Treasury: non valeva più la pena tenere fermi lì i capitali. Si è rotto un equilibrio di interessi reciprocamente vantaggiosi tra Giappone e Stati Uniti che durava da decenni, con i giapponesi che sono stati sempre grandi acquirenti di titoli americani ritornando ad essere i primi creditori dopo che la Cina ha smesso di investire in Treasury.

Politica

La scomparsa dei popoli

I popoli non hanno più voce, non si riporta ciò che pensano; nella società dell’immagine sono stati sostituiti dall’Isola dei Famosi e dai programmi affini. Non sono più un soggetto politico, sono plebe che è scomparsa dall’interesse pubblico. Una democrazia senza popolo, dunque,  al suo posto vip e personaggi famosi. Sono i nuovi cattivi maestri a cui i popoli ipnotizzati devono guardare, devono ripetere le gesta erotiche ed imitare linguaggi e vestiario.

LA SCOMPARSA DEI POPOLI (http://www.linterferenza.info/attpol/la-scomparsa-dei-popoli)

Cosa pensano il popolo ucraino e russo di questa orrida guerra, non lo sappiamo, anche il popolo italiano, come tutti i popoli europei, è costretto al silenzio. L’opinione dei popoli conta, solo se in accordo con i desideri e i disegni dell’oligarchia trasversale e globale. La nostra è una democrazia in cui manca l’essenziale: il popolo. 

I leader parlano per i popoli, usano la parola “popolo” per autolegittimarsi. La violenza è, dunque, stratificata e strutturale, si allarga e avvolge i popoli per ridurli al silenzio. Hanno il compito di applaudire e votare senza conoscere. Sono solo pubblico per lo spettacolo sempre eguale che si ripete senza mai interrompersi. Devono abituarsi alla passività.

L’obiettivo finale della perversa democrazia delle oligarchie è porre in atto la paideia della passività. I popoli addomesticati al silenzio e al nuovo oppio devono accettare il rischio atomico e la guerra come fossero fenomeni naturali a cui ci si deve adeguare.

Se la guerra in Ucraina passa, e al di là del risultato, i Signori e le Signore del mondo restano nel loro inalterato potere, avranno la certezza che l’esperimento è riuscito. I popoli sono scomparsi, non hanno identità, non hanno pensieri, sono solo carne da cannone da usare all’occorrenza, sono il piedistallo su cui i Signori e le Signore del mondo affondano il loro dominio.