Politica

La pandemia della sorveglianza

La Pandemia della Sorveglianza. Quanti sono questi occhi? Dove sono questi occhi? Fino a dove ci scrutano? Quali abissi della nostra anima possono esplorare? Quanto sono invadenti, pervadenti e sottili questi occhi? Siamo sicuri di aver compreso fino anche punto si spingono? Soprattutto abbiano compreso quanto sia pericolosa questa deriva? David Lyon da grande sociologo ed esperto dei sistemi di sorveglianza ha colto in pieno il punto nevralgico della vicenda: più che la proliferazione di una sorveglianza pandemica, c’è stata una vera e propria “pandemia della sorveglianza”. Il mantra dei nostri tempi è il “tecno-sulozionismo”, la fede cieca nella tecnologia e nel suo potere taumaturgico, al limite del magico e questa cieca fede nell’accumulazione di dati che il Professor Lyon definisce col termine di “datismo”. La Pandemia si è trasformata per il Professore nell’ennesima opportunità per applicare il paradigma della Shock Economy, giocando sulla paura delle masse per giustificare l’implementazione dei sistemi di sorveglianza, che rischiano di rimanere in funzione per altri scopi come successe 22 anni addietro con la catastrofe delle Torri Gemelle. Fu introdotto il Patrioct Act, che sopravvive ancora oggi a distanze di quattro lustri e più. La Pandemia ci ha fatto ricordare a tutti quanto sia onnipresente e pervasivo il controllo che attraverso le tecnologie digitali i governi possono esercitare sulla cittadinanza e quanto l’alleanza sul modello del partneriato pubblico-privato tra big tech e governi sia potente e prepotente.